6 - Cenni sulla lingua cinese
A differenza di quasi tutte le lingue del mondo, che esprimono suoni (lingue fonetiche), la lingua cinese, così come era la lingua degli antichi Egizi, esprime significati (lingue ideografiche).
Le lingue fonetiche utilizzano un alfabeto con un numero limitato di lettere che possono essere facilmente imparate e memorizzate, mentre le lingue ideografiche utilizzano un numero enorme di caratteri la cui morfologia è elaborata e complessa ed il cui apprendimento e memorizzazione sono molto difficili.
Il Comprehensive Chinese Character Dictionary“HànyÇ” dà zìdiÇŽn” 漢語大å—å…¸/汉è¯å¤§å—å…¸elenca 54,678 caratteri e si dice che un cinese che dedicasse tutta la vita ad imparare a scriverli, non riuscirebbe nel suo compito.
Si stima che un cinese mediamente colto conosca e utilizzi non più di 6-7,000 caratteri diversi.
Pur nella loro apparente complessità i caratteri cinesi seguono precise regole di scrittura e utilizzano solamente otto tratti di base:
- punto
- linea orizzontale
- linea verticale
- tratto discendente a sinistra
- tratto discendente a destra
- uncino
- tratto ascendente a destra
- tratto ribattuto
La scrittura segue delle regole molto rigide per cui i singoli tratti che compongono un carattere devono essere tracciati seguendo un ordine ben preciso.
1 – i tratti orizzontali sono scritti prima di quelli verticali
2 – i tratti discendenti a sinistra sono scritti prima di quelli discendenti a destra
3 – i caratteri sono scritti dall’alto verso il basso
4 – i caratteri sono scritti da sinistra verso destra
5 – se un carattere è incorniciato dall’alto, la cornice è scritta prima
6 - se un carattere è incorniciato dal basso, la cornice è scritta dopo
7 – le cornici vengono chiuse per ultime
8 – in un carattere simmetrico il tratto centrale è scritto prima e quelli laterali dopo
Queste regole non si applicano sempre rigidamente e occasionalmente non vengono rispettate.
Ogni carattere cinese corrisponde ad una sillaba che è costituita da una parte iniziale, sempre una consonante, e da un suono finale che può essere una vocale o una vocale seguita da una consonante nasale.
Le consonanti sono 23 ed i suoni finali sono 36.
Inoltre ogni carattere (o sillaba) ha una tonalità che per noi occidentali è di difficile assimilazione e memorizzazione, ma che è fondamentale per differenziare una parola da un’altra.
Ci sono quattro tonalità diverse, ma la sillaba può anche essere priva di tonalità
Prima tonalità: alta e continua
Seconda tonalità: ascendente
Terza tonalità:discendente poi ascendente
Quarta tonalità: discendente veloce
Le prime iscrizioni cinesi che sono state rinvenute risalgono al 1600 AC e nel corso dei secoli la forma di scrittura degli ideogrammi è cambiata radicalmente attraverso varie fasi.
Senza entrare nel dettaglio dell’evoluzione grafica dei caratteri, mi limiterei a citare le forme di scrittura che si possono trovare sui vari oggetti d’arte, soprattutto dipinti ed oggetti di porcellana.
Su tutti i quadri cinesi si possono vedere dei timbri, solitamente in rosso, con dei caratteri che, anche agli occhi degli occidentali, appaiono chiaramente diversi dalla scrittura cinese a cui siamo abituati.
Si tratta di sigilli scritti con il metodozhuàn shÅ« 篆 书chiamato appunto stile sigillare.
Esempi di questo tipo di scrittura saranno illustrati più avanti nel capitolo dedicato ai marchi impressi sulle snuff bottle.
Il sistema di scrittura usato al giorno d’oggi è chiamato kÇŽi shÅ« 楷書“stile regolare”e può presentarsi in due diverse forme: tradizionale e semplificata.
La forma tradizionale Hànzì ç°¡ é«” å— è estremamente elaborata e complessa e la sua conoscenza da parte della popolazione cinese è sempre stata piuttosto limitata.
Al fine di combattere il diffuso analfabetismo il governo cinese verso la metà del Novecento ha introdotto un sistemadi scrittura semplificato chiamato JiÇŽntÇ?zì 简体 å—.
Il sistema semplificato, che riprende i caratteri tradizionali, ma con un minor numero di tratti, è oggi usato ufficialmente nella Cina continentale (la cosiddetta “Mainland China”), a Singapore, in Malesia ed alle Nazioni Unite, mentre l’alfabeto tradizionale viene ancora usato a Taiwan, Hong Kong e Macao.
Per poter essere pronunciati dai non cinesi, gli ideogrammi devono essere convertiti in parole scritte con le lettere dell’alfabeto latino usato nei paesi occidentali.
A questo scopo Thomas Wade e Herbert Giles hanno elaborato, verso la metà dell’Ottocento, un sistema di “romanizzazione” dei caratteri cinesi e cioè la trascrizione, in caratteri latini, dei suoni della lingua cinese.
Tale sistema, chiamato appunto Wade-Giles, era basato sulla lingua parlata ai tempi della dinastia Manchu, che però presenta alcune sostanziali differenze rispetto alla lingua parlata attualmente PÇ”tÅ?nghuà 普通話 che significa letteralmente “linguaggio comune”
Verso il 1950 il governo cinese ha quindi sviluppato e introdotto una nuovo sistema di romanizzazione al fine di riprodurre in modo più fedele la pronuncia moderna degli ideogrammi cinesi.
Il nome completo di questo sistema è HànyÇ” pÄ«nyÄ«n æ¼¢ 語 拼 音 (chiamato comunemente pÄ«nyÄ«n 拼 音) e letteralmente significa "trascrizione dei suoni della lingua degli Han”.
Rispetto al sistema Wade-Giles che, ad esempio, trascriveva in Peking il nome della capitale della Cina, il sistema pīnyīn utilizza la grafia Běijīng che si pronuncia esattamente come si scrive.
Analogamente il nome del leader della Cina comunista si scriveva Mao Tse Tung con il sistema Wade-Giles e si scrive Máo ZédÅ?ng in pÄ«nyÄ«n.
Leggere il pÄ«nyÄ«n è, per noi italiani, relativamente semplice, in quanto la maggior parte delle parole si pronuncia più o meno come si scrive (a parte il non trascurabile dettaglio della tonalità che noi occidentali sistematicamente dimentichiamo).
Solamente due consonanti hanno una pronuncia molto diversa da quella italiana: la “Q” che si pronuncia “c” come in “cibo” e la “X” che si pronuncia “sc” come in “scena”.
Ad esempio QÄ«ng si pronuncia “cing”e Yí XÄ«ngsi pronuncia “i scin”.
Snuff bottle in cinese si scrive ä¸ åœ‹ é¼» ç…™ 壺 e la grafia pÄ«nyÄ«n è ZhÅ?ngguó bíyÄ?nhú che si pronuncia quasi esattamente come si scrive (con l’iniziale “Zh” che suona quasi come la “J” di John) e con l’accento sull’ultima sillaba.
Ho tenuto a precisare “quasi esattamente” perché pronunciata da me o da un cinese fa tutto un altro effetto.
Il significato dei cinque ideogrammi che compongono il nome cinese, presi singolarmente, è il seguente:
Cinese tradizionale ä¸
PÄ«nyÄ«n zhÅ?ng
Italiano centro; centrale
Cinese tradizionale 國
PÄ«nyÄ«n guó
Italiano paese; stato; nazione
Cinese tradizionale é¼»
PÄ«nyÄ«n bí
Italiano naso
Cinese tradizionale ç…™
PÄ«nyÄ«n yÄ?n
Italiano tabacco; sigaretta; fumo
Cinese tradizionale 壺
PÄ«nyÄ«n hú
Italiano bottiglia; contenitore
I primi due ideogrammi uniti assieme costituiscono poi una sola parola “ZhÅ?ngguó”e gli ultimi tre ideogrammi compongono un’altra parola “bíyÄ?nhú”.
Cinese tradizionale ä¸ åœ‹
PÄ«nyÄ«n ZhÅ?ngguó
Italiano Cina
Cinese tradizionale 鼻 煙 壺
PÄ«nyÄ«n bíyÄ?nhú
Italiano bottiglietta per tabacco da fiuto